Il legame tra COVID-19 e demenza

L’impatto neurologico del COVID-19 sul cervello può aumentare la probabilità che una persona sviluppi una forma di demenza, ma anche accelerare i sintomi e peggiorare le condizioni della malattia. È quanto afferma una recente ricerca presentata all’edizione 2021 dell’Alzheimer Association International Conference, che rileva una stretta correlazione tra COVID-19 e demenza.

Commenta Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia: “Quando è scoppiata l’emergenza sanitaria, noi di Federazione Alzheimer Italia abbiamo lanciato l’allarme sulla necessità di tutelare i diritti dei cittadini più fragili, tra cui le persone con demenza: i recenti studi sull’impatto che il COVID-19 ha avuto e avrà sulla malattia ci confermano che è ancora necessario tenere alta l’attenzione. Auspichiamo che il Mese Mondiale (Settembre) sia l’occasione per puntare i riflettori sulla demenza e condividiamo l’appello di ADI affinché le Istituzioni investano risorse su questa ricerca ma anche sull’assistenza, perché le persone con demenza e le loro famiglie non possono essere lasciate sole. È solo unendo le forze che possono raggiungere risultati importanti”.

La Federazione Alzheimer Italia aderisce dunque all’appello lanciato da Alzheimer’s Disease International perché venga finanziata con urgenza la ricerca per valutare l’impatto a lungo termine dell’infezione da SARS-CoV-2 sulle persone con demenza. Il Comitato Consultivo Medico e Scientifico (MSAP) di ADI, composto da 75 esperti provenienti da tutto il mondo, ha già istituito un gruppo di lavoro per formulare azioni e consigli su come agire.

A preoccupare medici e ricercatori sono, in particolare, i sintomi neurologici del cosiddetto “long COVID”, come la perdita del gusto e dell’olfatto, i problemi cognitivi come la ‘nebbia del cervello’ e le difficoltà con la concentrazione, la memoria, il pensiero e il linguaggio. Il virus SARS-CoV-2 è infatti in grado di causare danni molto seri al cervello, quali coagulazioni, disfunzione immunitaria e iperattivazione, infiammazioni e infezioni virali dirette attraverso le vie olfattive. Le prime ricerche concordano nel ritenere questo danno cerebrale una conseguenza diretta non tanto dell’invasione del cervello da parte del virus, quanto dell’infiammazione che ne consegue.

Nel frattempo continuare a restare vigili per prevenire l’infezione da coronavirus e, allo stesso tempo, preservare quanto più possibile il delicato equilibrio vitale della persona ammalata e della sua famiglia, è l’unica cosa da fare, così come sottolinea l’associazione Italiana di Psicogeriatria nel decalogo di indicazioni rivolte alle persone con demenza e ai loro famigliari.

Riportiamo sinteticamente alcuni dei punti indicati:

  • Lavate le mani con frequenza. Aiutate le persone con demenza a fare altrettanto.
  • Non smettete i controlli periodici necessari per conservare la salute, se questi non sono stati cancellati a causa della pandemia. Non esitate a chiedere l’intervento del medico di famiglia se lo ritenete importante.
  • Limitate al massimo i contatti diretti con i parenti non conviventi. Nel caso fosse necessario incontrali, pretendete che prima di entrare in casa si lavino le mani e indossino le mascherine, restando comunque ad almeno un metro di distanza
  • Conservate una regolare attività fisica, uscendo per brevi percorsi attorno all’abitazione e predisponendo all’interno della casa, se possibile, piccoli spazi per il movimento. Ad ogni ora abbandonare la sedia o la poltrona per almeno 5 minuti di movimento.
  • Mantenete abitudini alimentari simili a quelle di sempre.
  • Cercate di riempire al meglio la giornata con attività che sono gradite alla persona con demenza (ad esempio guardare insieme un album fotografico).
  • Ritagliatevi del tempo per voi stessi. Chi si occupa di una persona con demenza dovrebbe sempre avere un aiuto, in modo da poter avere momenti di svago e di movimento.
  • Non rifiutate le occasioni di aiuto ormai diffuse in Italia, da parte di organizzazioni dei famigliari e dei malati che offrono sostegno psicologico telefonico.

Il decalogo completo è disponibile qui:

https://www.psicogeriatria.it/usr_files/documenti/decalogo-aip.pdf

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